SALTARE I PASTI NON SALVA LA LINEA
Talvolta è una necessità dovuta all’organizzazione degli impegni familiari o di lavoro, talvolta è il frutto di una libera scelta dettata dalla convinzione di migliorare così la propria forma fisica se non addirittura lo stato di salute. Saltare un pasto, per esempio, quello di mezzogiorno, oppure la colazione del mattino, viene spesso considerato come un modo per risparmiare Kcal, ai fini di un sicuro dimagrimento.
In realtà non mangiare regolarmente durante la giornata, ma addirittura concentrare l’assunzione di cibo in un unico pasto serale non è nè salutare, nè favorisce la perdita di peso.
Quando infatti si salta un pasto si attivano nel nostro organismo dei meccanismi biologici che portano inevitabilmente, nel pasto successivo, a introdurre molto più cibo del solito. Si pensi ad un pendolo che venga tirato troppo da un lato; quando lo si lascia finirà inevitabilmente per oscillare dalla parte opposta. In altre parole, a ogni restrizione fa quasi sempre seguito una perdita di controllo con una successiva nuova restrizione, dal momento che, in tal modo, non si fa altro che innescare, per il meccanismo di cui si è detto, una nuova perdita di controllo.
È opportuno, quindi, suddividere il fabbisogno alimentare quotidiano in più pasti nel corso della giornata: questo comportamento determina un migliore utilizzo delle Kcal introdotte e ne fa aumentare il rendimento energetico. Anche la digestione, infatti, è un’attività che richiede energia e che quindi favorisce il dispendio di Kcal. Perciò quattro-cinque pasti al giorno permettono di bruciare più Kcal di uno o due.